Aurora boreale: che cos’è e come funziona

Come funziona lo spettacolare fenomeno che affascina tutto il mondo

L’aurora boreale ha affascinato l’uomo sin dai tempi più remoti e viene descritta in vari testi antichi, tra cui alcune scritture cinesi risalenti addirittura al 2000 a.C. Uno dei primi a tentare una spiegazione scientifica del fenomeno è stato il filosofo greco Aristotele nel 4° secolo a.C. Nella sua opera Meteorologia attribuì le aurore boreali ai vapori che da terra salivano verso il cielo.

Le prime spiegazioni e descrizioni hanno rafforzato i miti ed i misteri che riguardano questo fenomeno, e fu solamente a partire dal 1600 che si iniziò a studiarlo in modo sistematico e scientifico. Il nome aurora boreale deriva da Aurora, la dea romana dell’alba, e Borea, il dio greco del vento del nord. Fu l’abate Pierre Gassend, detto Gassendi, a coniarlo nel 1621. Gassendi fu anche il primo a fornire una descrizione scientifica del fenomeno luminoso dell’atmosfera che egli denominò, appunto, aurora boreale, partendo dall’osservazione di un’eccezionale aurora polare ad Aix-en-Provence il 12 settembre.

Si scoprì successivamente che c’è una relazione tra l’aurora boreale ed i disturbi magnetici e che l’attività del sole ha un impatto sulla luce polare. Nel 1886 il fisico norvegese Kristian Olaf Bernhard Birkeland formulò la prima teoria completa sull’aurora boreale fondata su tali osservazioni. Birkeland introdusse ciò che oggi viene chiamata la scienza moderna dell’aurora boreale, che viene tuttora sviluppata e ci ha fornito illuminanti informazioni riguardo all’atmosfera terrestre ed il sole.

La corretta spiegazione sull’aurora boreale è arrivata a partire dai primi del Novecento, quando è stata chiarita la struttura dell’atomo e gli astronomi hanno compreso meglio la natura del sole e le sue interazioni con il pianeta Terra.

Sin dai tempi più antichi, il fenomeno dell’aurora boreale è stato segnalato e descritto dai popoli dell’emisfero settentrionale, e ciò ha portato a pensare per molto tempo che si trattasse di un fenomeno esclusivo di questa parte di mondo. Oggi sappiamo invece che si verifica anche nell’emisfero australe, dove prende il nome di aurora australis, ed è quindi più opportuno usare il termine generico di aurore polari. Per prendere familiarità con questa parte del pianeta puoi giocare con i videogame, le slot machine e i giochi digitali disponibili su internet, come per esempio su casino online come NetBet.it, dove puoi trovare Roo Riches con simpatici canguri e Wombaroo con i koala.

Aurora boreale: come funziona

L’aurora boreale è un fenomeno ottico naturale che consiste nell’interazione di particelle cariche presenti nel vento solare, quali protoni ed elettroni, con la fascia dell’atmosfera terrestre che prende il nome di ionosfera, a circa 100-500 km di altezza atmosferica. Si tratta di un fenomeno ottico che può essere osservato presso i poli magnetici. Le piogge di protoni ed elettroni che si riversano sull’atmosfera terrestre creano straordinari fenomeni di luce.

Quando un elettrone libero ad alta velocità si scontra con un atomo di idrogeno, gli cede energia. Avendo ricevuto energia dall’elettrone libero, l’elettrone dell’atomo di idrogeno cambia orbita, allontanandosi dal nucleo. Poiché l’elettrone tende a rientrare allo stato normale, ovvero nell’orbita più vicina al nucleo, deve perdere l’energia acquisita e la perde sotto forma di fotoni di luce.

Quando il salto quantico riguarda l’idrogeno, il colore che assume l’aurora è tendente al blu, mentre quando è verde il fenomeno è causato da molecole di ossigeno atomico. Le sfumature tendenti al rosso derivano dalle molecole di azoto. Anche l’energia delle particelle del vento solare e l’altitudine a cui si manifesta il fenomeno influenzano il colore. La colorazione dell’aurora boreale dipende quindi dalla tipologia di gas presenti nell’atmosfera, dallo stato elettrico di tali gas e dall’energia delle particelle che li colpiscono.

Anche la forma può variare notevolmente. Una forma tipica è quella ad arco, che può essere sottile o molto più spesso. Dopo la mezzanotte, l’aurora può anche assumere una forma a macchie, ognuna delle quali lampeggia ogni dieci secondi circa, fino all’alba. Talvolta può anche capitare anche di udire suoni simili a sibili. Si tratta dei suoni elettrofonici, la cui origine pare sia riconducibile a perturbazioni del campo magnetico terrestre provocate da un aumento della ionizzazione dell’atmosfera sovrastante.

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