Si è conclusa una battaglia giudiziaria durata anni: alcuni lavoratori riceveranno un aumento consistente della busta paga grazie al rimborso del 60% delle imposte. Lo ha deciso una sentenza della Corte di cassazione che riguarda i lavoratori del cratere sismico relativamente alle imposte versate dal 2026 al 2027.
I lavoratori vincono la battaglia contro l’Agenzia delle Entrate, la quale aveva presentato il ricorso presso la Corte di cassazione; ricorso che è stato rigettato a favore della pretesa dei contribuenti. Così viene sanata una disparità di trattamento durata circa 7 anni. Ecco i dettagli.
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Aumento in busta paga, quali lavoratori sono interessanti dalla sentenza
La Suprema Corte di Cassazione ha emesso una decisione molto importante per diversi lavoratori. Rigettando il ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate, i giudici hanno confermato il diritto ad avere in busta paga il 60% dei contributi versati, con l’effetto di aumentare lo stipendio netto.
La decisione riguarda i lavoratori che non avevano aderito fin dall’inizio alla misura; anche loro potranno ottenere le agevolazioni previste dal Decreto Sisma del 2019, ovvero la restituzione nel limite del 40% delle imposte sospese.
Così nella misura vengono inclusi quei cittadini lavoratori che, ai tempi, non avevano optato per la cosiddetta “busta paga pesante” preoccupati dal fatto di dover rimborsare gli importi delle ritenute fiscali e previdenziali non versate in quel momento in una soluzione unica. Effettivamente la normative vigente all’epoca prevedeva proprio questa modalità di rimborso.
Risolta la disparità di trattamento
Le modifiche normative seguenti avevano creato una disparità di trattamento tra i lavoratori aderenti alla “busta paga pesante” e quelli non aderenti. Da ciò si era scaturita una battaglia legale che è terminata con la sentenza della Cassazione con cui si riconosce a tutti il rimborso fiscale.
Ad essere coinvolti sono sia lavoratori che pensionati residenti nelle zone del cratere sismico.