Imprese alla ricerca di 531mila lavoratori: ecco quali sono le figure professionali mancanti

Posizioni aperte ma poche candidature: le imprese vanno alla ricerca di 531mila lavoratori ma li trovano a fatica. Ecco quali sono le figure professionali mancanti e i dati raccolti.

Aziende, la difficoltà nel trovare personale  

L’estate è quasi giunta al termine e come di consueto la vita torna lentamente a scorrere normalmente. Questo momento coincide spesso con grandi cambiamenti professionali, sono molte le persone che decidono d’intraprendere una nuova carriera o di cambiare posto di lavoro. Le aziende devono dunque cercare di sostituire al più presto queste figure, ma non sempre ci riescono. Il motivo? Spesso dipende dalla mancanza di candidati o dalla carenza di lavoratori qualificati. 

Secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere con Anpal, ci troviamo di fronte a questa situazione in cui le aziende hanno difficoltà a trovare lavoratori, nonostante le numerose offerte di lavoro presenti sul mercato. I dati indicano che tra settembre e novembre ci sarebbero oltre 531.000 posizioni aperte, 7.000 in più rispetto al 2022. Tuttavia, esiste una sfida nel trovare i candidati giusti che richiama l’attenzione. 

Le previsioni indicano che le assunzioni previste tra settembre e novembre supereranno appena 1,4 milioni, con un aumento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, emerge una criticità di non poco conto: c’è una crescente difficoltà nel reperire personale che coinvolge il 48% delle assunzioni programmate dalle aziende. Questo rappresenta un aumento del 5% rispetto all’anno precedente e si traduce in una situazione in cui settori specifici, come quelli che coinvolgono figure tecnico-ingegneristiche e operai specializzati, registrano una mancanza di candidati che raggiunge il 60% o addirittura il 70%.

Le figure professionali mancanti 

Ma quali sono le figure professionali più richieste? Si tratta di oltre 252.000 assunzioni, in cui la causa predominante è la “mancanza di candidati” (31,7%), seguita da una “preparazione inadeguata” (12%). In generale, c’è una carenza di operai specializzati (64,2%), operatori di impianti fissi e mobili (53,2%) e professioni tecniche (49,5%). 

Secondo il Bollettino del Sistema Informativo Excelsior, le figure professionali più difficili da trovare sono gli attrezzisti, gli operai e gli artigiani che lavorano il legno (74,1% con un picco dell’87,7% nel Nord Ovest). Altre figure comprendono gli operai specializzati in rifiniture edili (73,6%), i meccanici artigianali e gli installatori e riparatori di macchine fisse e mobili (73,1%), e i fabbri ferrai costruttori di utensili (72%). 

Si riscontra anche una particolare difficoltà nel reclutamento di tecnici di gestione dei processi produttivi di beni e servizi, tecnici ingegneristici, tecnici della salute e tecnici della distribuzione commerciale. In breve, questa situazione rappresenta una sfida per le aziende che, nonostante la volontà di aprire nuove posizioni, si trovano ad affrontare difficoltà nel trovare personale qualificato.

Differenze territoriali 

A livello territoriale, le maggiori difficoltà si riscontrano nelle imprese del Nord Est (53,4%), con una percentuale superiore a quella registrata nel Sud e nelle Isole (43,5%). La situazione nel Centro non è poi così diversa (45,9%), anche nel Nord Ovest il valore si mantiene vicino alla media nazionale (47,4%).

Insomma, una media sicuramente non invidiabile che denota come le difficoltà siano presenti in tutto il Paese. È necessario analizzare a fondo la situazione e trovare una soluzione per invertire questo trend negativo, prima che impatti in modo decisivo nell’economia.

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