Cos’è il workaholism e quali sono i rischi

Lavorare eccessivamente, al punto da diventarne dipendenti, è un fenomeno noto e sempre più comune. Ecco che cos’è il workaholism, quali sono i sintomi e combattere questa condizione.

Che cos’è il workaholism e quali sono i campanelli d’allarme

Secondo il dottor Andrea Catena, psicologo e psicoterapeuta di Humanitas PsicoCare, il workaholism rientra tra le dipendenze comportamentali, dove il lavoro diventa un modo per regolare emozioni negative, portando a una compromissione della vita quotidiana.

Esso si manifesta principalmente su due dimensioni: quella cognitiva e quella comportamentale. A livello cognitivo, la persona mostra preoccupazioni legate al lavoro, mentre a livello comportamentale dedica un eccessivo tempo alle attività lavorative, compromettendo gli altri aspetti della vita come il benessere personale, la famiglia e i rapporti sociali.

Tra i campanelli d’allarme del workaholism possiamo trovare:

  • Eccessivo tempo lavorativo, ovvero il superamento costante delle 8 ore lavorative standard.
  • Modificazioni emotive, cambiamenti significativi nelle reazioni emotive, con aumento di ansia e rabbia.
  • Sintomi somatici, come tensione muscolare, difficoltà nel dormire, alterazioni dell’appetito e frequenti mal di testa.

Le cause del Workaholism

Le cause del workaholism sono multifattoriali e possono includere:

  • Pressioni sociali, infatti la società occidentale tende a valorizzare l’iperinvestimento lavorativo, contribuendo all’accettazione di questo comportamento.
  • Fattori biologici come, ad esempio, possibili deficit neurotrasmettitoriali legati al sistema del piacere, come la dopamina.
  • Aspetti di personalità, perfezionismo, bassa autostima, rigidità cognitiva e tratti ossessivo-compulsivi o narcisistici.
  • Influenza familiare, crescere in un ambiente familiare dove l’abnegazione lavorativa è prevalente può predisporre al workaholism.

Come combattere il workaholism

Il workaholism è una condizione che si può contrastare attraverso alcuni atteggiamenti, ad esempio, attraverso la consapevolezza. Riconoscere il problema è sicuramente il primo passo per tornare a una situazione di benessere.

Se però questo dovesse non bastare, allora l’intervento psicologico attraverso la terapia potrebbe giovare alla salute della persona. È inoltre importante coltivare un sano equilibrio tra lavoro e vita, senza che il primo prevarichi la seconda.

Inoltre, anche apportare cambiamenti sostanziali alla quotidianità può giovare a combattere tale condizione, per farlo, si può provare ad adottare una dieta equilibrata e trovare soluzioni per ridurre lo stress.
Infine, non ci si deve dimenticare di coinvolgere amici e familiari, che potranno fungere da supporto emotivo sostenendo chi soffre di workaholism.

Impatto del Covid e dello Smartworking:

L’isolamento e l’aumento dello smartworking hanno creato un’interconnessione pericolosa tra ambiente lavorativo e domestico. La mancanza di confini fisici ha reso più difficile staccarsi dal lavoro, aumentando il rischio di vivere il lavoro come un’esperienza totalizzante.

È però fondamentale scindere la propria occupazione da tutto ciò che invece appartiene ad altre sfere, per non compromettere la propria salute mentale e i rapporti interpersonali. Per questo motivo il workaholism è una condizione da non sottovalutare, e che va combattuta prima che prenda il sopravvento.

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