I sindacati chiedono l’aumento dei salari e la riduzione delle ore: il punto

Attraverso la loro piattaforma, i sindacati hanno richiesto l’aumento dei salari e la riduzione dell’orario lavorativo a 35 ore settimanali. Ecco qual è la situazione e che cos’è emerso.

I sindacati chiedono l’aumento dei salari

Importanti novità sul fronte lavoro per l’Italia, al vaglio c’è il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, un momento atteso da oltre 1,5 milioni di lavoratori distribuiti in circa 30.000 aziende.

Questo settore, vitale per l’economia italiana, rappresenta una grossa fetta del PIL nazionale e delle esportazioni del Paese. I sindacati Fim, Cisl, Fiom, Cgil, Uilm e Uil hanno presentato una piattaforma unitaria per il rinnovo contrattuale, ponendo l’accento su diverse questioni fondamentali e spesso dibattute.

Una delle richieste centrali dei sindacati riguarda la questione salariale. Questi propongono un aumento medio di 280 euro sul trattamento economico minimo per il triennio, con un ulteriore focus sull’elevazione dell’importo annuo destinato ai dipendenti delle aziende prive di altri benefici retributivi.

Inoltre, i sindacati chiedono di avviare una sperimentazione contrattuale per ridurre gradualmente l’orario di lavoro a 35 ore settimanali, mantenendo inalterato lo stipendio. È questa la proposta delle varie sigle e cercheranno di portarla fino in fondo.

Non solo aumento salari, la posizione dei sindacati sul welfare e benefits

Non solo aumento dei salari e riduzione dell’orario, i sindacati si sono esposti anche in tema di welfare integrativo, per il quale richiedono un aumento degli importi per i flexible benefits mirando a un incremento a 250 euro annui, esenti da tassazione.

Inoltre, rimane l’impegno di mantenere il contratto a tempo indeterminato come principale forma di assunzione e di limitare l’utilizzo di contratti precari, al fine di garantire maggiore stabilità occupazionale.

Vita e lavoro: conciliazione e congedi parentali

Un altro punto cruciale delle proposte dei sindacati riguarda la conciliazione tra vita e lavoro. La proposta è di rendere i permessi retribuiti più flessibili, consentendone l’utilizzo anche per frazioni di ora e riducendo il preavviso richiesto per l’assistenza ai familiari.

Inoltre, il suggerimento è quello di aumentare l’integrazione economica per i congedi parentali fino al 100% del reddito e di consentirne l’utilizzo anche in ore anziché solo in giornate intere. Proposte volte a garantire ai lavoratori un giusto connubio tra vita professionale e familiare, vedremo se saranno accolte.

La posizione sull’intelligenza artificiale

Altra tematica molto importante è la crescente presenza dell’intelligenza artificiale nel settore. I sindacati chiedono la definizione di una normativa apposita per evitare abusi e violazioni contrattuali, oltre a favorire la partecipazione alla definizione della governance dei dati e degli algoritmi.

Insomma, in un mondo sempre più tecnologico anche i sindacati provano a rimanere al passo con i tempi, cercando di garantire i diritti ai dipendenti anche in un contesto che andrà via via complicandosi.

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